2018·02·06 - SoleDomenica • Barbujani·G • Razza più nera che bianca

Razza più nera che bianca


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Evoluzionismo
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Pelle scura e occhi chiari. Il volto del cacciatore mesolitico ricostruito dal DNA ritrovato a La Braña, nel nord della Spagna
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di Guido Barbujani
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il Sole – Domenica — 06/02/2018 (martedì 6 febbraio 2018) [sic!]

Pelle scura e occhi chiari. Il volto del cacciatore mesolitico
ricostruito dal DNA ritrovato a La Braña, nel nord della Spagna

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Quando si dice la scalogna. Proprio nei giorni in cui Attilio Fontana, candidato alla presidenza della Lombardia, invocava misure contro l’immigrazione per proteggere quella che lui chiama «razza bianca» (ne abbiamo scritto sulla Domenica del 21 gennaio e il 23 gennaio è uscito sul Corriere della Sera un bell’intervento di Dacia Maraini), uno studio genetico molto ben fatto dimostra che sono state proprio due ondate di immigrati a introdurre in Europa i geni della pelle chiara (Torsten Günther e altri, 2018, PLoS Biology 16: e2003703). Immagino sia dura da mandar giù, per Fontana, ma è andata così: niente immigrazione, niente pelli bianche.

È la melanina delle cellule a determinare il colore della pelle (e dei capelli, e in parte degli occhi). La melanina, in realtà, sono due pigmenti, non uno: la feomelanina, in diverse sfumature di rosso e giallo, e l’eumelanina, in varie tonalità brune. In generale, nelle pelli più chiare prevale la feomelanina, in quelle più scure l’eumelanina. Ma poi conta la quantità di pigmento, cioè quanti grani di melanina, e quanto grossi, si trovino nelle cellule alla base dell’epidermide. Nelle pelli molto scure c’è tanto pigmento, in quelle chiare ce n’è poco, e quelle chiarissime sono rosa per via del sangue che traspare. E poi, come sappiamo, al sole ci si abbronza.

Tutto questo dipende dall’azione di decine di geni. I loro nomi non vi diranno niente, ma eccone alcuni: MC1R, OCA2, KITLG, ASIP, SLC24A5 e SLC45A2. MC1R è il più importante perché controlla il funzionamento degli altri; quando MC1R non viene stimolato, le cellule producono soprattutto o soltanto il pigmento più chiaro, la feomelanina; quando viene stimolato, stimola a sua volta la produzione del pigmento più scuro, l’eumelanina. L’uomo di Neandertal aveva un gene MC1R non funzionante, e per questo possiamo dire che aveva la pelle molto chiara.

Oggi riusciamo a leggere con molta precisione il DNA, e non solo quello di persone viventi, ma, appunto, anche quel poco presente nelle ossa fossilizzate di gente vissuta tanto tempo fa. E il DNA di un cacciatore mesolitico ritrovato in uno scavo archeologico a La Braña, nel nord della Spagna, fa pensare che, fino a 7mila anni fa, gli europei avessero una strana combinazione di pelli scure e occhi chiari.

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Com’è andata, allora? Facciamo un passo indietro, qualche milione di anni. Ci sono molte ragioni per credere che allora i nostri antenati avessero, sotto lo spesso pelame, la pelle chiara: come, oggi, i nostri parenti, gorilla e scimpanzé. Col tempo abbiamo perso il pelo, ed è migliorata la nostra capacità di regolare, sudando, la temperatura corporea. Così, però, abbiamo esposto la pelle ai raggi ultravioletti, con conseguente rischio di tumori; chi aveva la pelle scura era più protetto, anche perché, in quella fase, stavamo tutti in Africa. Intorno a 100mila anni fa, però, comincia la migrazione più importante di tutta la storia dell’umanità: gruppi di africani si avventurano in Asia e in Europa e cominciano a stabilirvisi. In seguito, non sappiamo quando, sono comparse delle mutazioni, cioè delle varianti del DNA che provocano una pigmentazione più chiara. In Africa, e in generale nelle regioni dove c’è molto sole, queste varianti non aiutano la sopravvivenza, e sono state eliminate (si chiama selezione naturale). Ma dove c’è poco sole i raggi ultravioletti non costituiscono un problema, e anzi, favoriscono la sintesi di vitamina D, necessaria durante la gravidanza e l’allattamento. Così, la pelle chiara si è diffusa nel nord, sempre per selezione naturale.

Fino a qualche anno fa non c’erano semplicemente dati su cu ragionare; e quindi si ipotizzava che i primi europei, forse 50mila anni fa (o, per meglio dire, i primi europei della nostra specie, ‹Homo sapiens›; prima di loro c’erano i Neandertal, ma questa è un’altra storia) avessero avuto il tempo per evolvere una pelle chiara nel corso del loro cammino dall’Africa. Invece non è così. L’uomo di La Braña aveva pelle scura, e come lui, altra gente che, nel Mesolitico, viveva in Svizzera e in Lussemburgo.

Le cose cambiano una prima volta con il Neolitico, cioè con lo sviluppo dell’agricoltura. Quaranta anni fa, Luca Cavalli-Sforza, Paolo Menozzi e Alberto Piazza hanno dimostrato che è stata una grande migrazione dal Medio Oriente a diffondere in Europa le tecniche di coltivazione delle piante e di allevamento degli animali. Di recente si è riusciti a leggere nei geni di alcuni di quei primi agricoltori neolitici: si è visto che erano i primi a portare molte varianti che, in Europa, sono associate a pelli chiare (attenzione: chiare, non chiarissime) e agli occhi scuri, oggi comuni in tutta l’area mediterranea.

[A·8]
Le pelli chiarissime che troviamo nel nord Europa hanno un’altra storia. C’era gente con la pelle chiara già 13mila anni fa, ma stava nel Caucaso; più tardi, troviamo individui con gli stessi geni (forse loro discendenti, forse no) nell’Asia nord-orientale, in quella che oggi è Russia. E da lì, da est, questi geni si diffondono, attraverso la Germania e la Danimarca, nella penisola scandinava, fra 9mila e 6mila anni fa.

[A·9]
È una storia interessante e complicata, un passaggio non scontato del processo evolutivo che ha portato un piccolo gruppo di africani a espandersi su tutto il pianeta (insieme ai nostri compagni di viaggio, i topi), adattandosi ad ambienti differenti e modificando nel corso del tempo le sue caratteristiche ereditarie. E diventa più complicata man mano che lo studio del DNA dei resti fossili definisce meglio il quadro delle nostre migrazioni, e ci racconta come l’umanità si sia continuamente rimescolata.

Naturalmente tutto questo c’entra molto poco, anzi per niente, con le esternazioni sui pericoli che correrebbe la cosiddetta razza bianca. La razza bianca, è chiaro, non è mai esistita. Sono invece esistite tante popolazioni diverse e in continuo movimento. I loro scambi hanno generato l’infinita varietà di sfumature, nel colore della pelle, nelle stature e nel girovita, nella forma del viso, nella capacità di digerire il latte o di percepire i sapori, che chiamiamo biodiversità umana. Certo, capire la storia della nostra evoluzione non aiuta immediatamente a combattere il razzismo. Ma alla lunga può servire a combattere l’ignoranza, che da sempre genera chiusure, intolleranza, paura del diverso e, più in generale, paura pura e semplice: la paura che alla fine avvelena la vita, la nostra, e quella di chi cerca di vivere insieme a noi.

(‹Ha collaborato Gloria Gonzalez Fortes›)


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TERMINI-CHIAVE
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• allattamento
• allevamento (allevamento degli animali)
• agricoltore (agricoltori neolitici)
• agricoltura
• archeologico (scavo archeologico)
• biodiversità (biodiversità umana)
• coltivazione (tecniche di coltivazione)
• DNA
• epidermide
• ereditario (caratteristiche ereditarie)
• eumelanina
• evoluzione
• feomelanina
• fossile (resti fossili)
• gene (geni; MC1R, OCA2, KITLG, ASIP, SLC24A5 e SLC45A2)
• genetico (studio genetico)
• gorilla
• gravidanza
• ‹Homo sapiens
• ignoranza
• immigrato (immigrati)
• intolleranza
• melanina
• Mesolitico (cacciatore mesolitico)
• migrazione (migrazioni)
• mutazione (mutazioni)
• Neandertal (uomo di Neandertal)
• Neolitico
• paura
• pianeta (la Terraª)
• pigmentazione
• pigmento (pigmenti)
• popolazione (popolazioni)
• razza (“razza bianca”)
• razzismo
• scimpanzé
• selezione (selezione naturale)
• sintesi (sintesi di vitamina D)
• sopravvivenza
• temperatura (temperatura corporea)
• topo (topi)
• tumore (tumori)
• ultravioletto (raggi ultravioletti)
• umanità
• variante (varianti del DNA)
• vita
• vitamina (vitamina D)
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(ª) espressione non esplicitamente contenuta nel testo.


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TOPONIMI
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• Africa
• Asia
• Caucaso
• Danimarca
• Europa
• Germania
• La Braña (Spagna)
• Lussemburgo
• Medio Oriente
• Mediterraneoª (area mediterranea)
• Russia
• Scandinaviaª (penisola scandinava)
• Spagna
• Svizzera
• Terraª (pianeta)
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(ª) denominazione non esplicitamente contenuta nel testo.


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PERSONAGGI E STUDIOSI
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• Cavalli-Sforza (Luca Cavalli-Sforza)
• Fontana (Attilio Fontana)
• Günther (Torsten Günther)
• Maraini (Dacia Maraini)
• Menozzi (Paolo Menozzi)
• Piazza (Alberto Piazza)
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(ª) riferimento o nome non esplicitato nel testo.


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CRONOLOGIA
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“qualche milione di anni fa” — nostri antenati hanno pelle chiara ma pelo abbondante (in Africa)
~100mila anni fa (?) — migrazione dall’Africa in Asia e in Europa (di chi?)
~50mila anni fa — primi ‹Sapiens› in Europa, ma di pelle scura
~13mila anni fa — genti con pelle chiara nel Caucaso, poi in Russia
~10mila anni fa — migranti da Medio Oriente (Neolitico) in Europa, ma pelle chiara, occhi scuri
~9-6mila anni fa — genti con pelle chiara dall’Asia in Germania, poi Scandinavia


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ANNOTAZIONI E SPUNTI
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COMMENTO — Secondo questa ricostruzione, gli europei nordici avrebbero avuto una diversa provenienza (asiatica) rispetto a quelli mediterranei (che sarebbero giunti dal medio oriente).

NOTA 1: l’uso del termine “razza” nel titolo è evidentemente ironico-polemico, dato che l’autore afferma nel testo che «La razza bianca […] non è mai esistita».

NOTA 2: ma allora, chi ha avuto a che fare con i Neandertal, se ne portiamo ancora tracce nel patrimonio genetico?

NOTA 3: e come s’inquadra in queste migrazioni la distinzione (linguistica) tra popolazioni indoeuropee, popolazioni semitiche, e popolazioni che non erano né di un tipo né dell’altro, come ad esempio quelle che parlavano elamitico o gli stessi Sumeri, inventori in Mesopotamia della prima tecnica di scrittura, quella cuneiforme?


[A·0]• La data di martedì 6 febbraio 2018 è quella che compare sul sito del “Sole 24 ore”.

[A·1]• «[…] Attilio Fontana, candidato alla presidenza della Lombardia […]»: è poi risultato eletto, il 4/3/2018, nonostante le – o forse proprio grazie alle – sue dichiarazioni apertamente razziste.

[A·5]• «Intorno a 100mila anni fa, però, comincia la migrazione più importante di tutta la storia dell’umanità […]»: ma il Neandertal non compare 300mila anni fa (e il ‹Sapiens›, in Africa, 200mila)? Il Neandertal si sviluppa in Europa da una specie di ‹Homo› (probabilmente ‹Heidelbergensis›) che era già presente ‹in loco› da svariate centinaia di migliaia di anni; c’erano dunque già state importanti migrazioni; ma, naturalmente, la maggiore o minore importanza è una valutazione soggettiva, del tutto legittima.

[A·8]• Nel testo originale: «[…] in […] Russia. E da lì, da est, questi geni si diffondono, attraverso la Germania e la Danimarca, nella penisola scandinava […]», ma perché dovevano passare per Germania e Danimarca, per raggiungere la penisola scandinava? Non era praticabile un percorso più diretto?

[A·9]• «[…] insieme ai nostri compagni di viaggio, i topi […]»: risulta che i topi non siano gli unici “compagni di viaggio” che ci siamo portati appresso; ci sarebbero anche diversi parassiti (come ad esempio i pidocchi), e ciascuno può fare le sue considerazioni, più o meno facete, su quelli che tuttora infestano i media, i social, e la vita politica.

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[] http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2018-02-06/razza-piu-nera-che-bianca-113627.shtml?uuid=AEBBHmqD
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