2018·03·19 - Rep • Mazzocchi·C + Condemi·S • Neandertal è ancora tra noi, un libro spiega come

Neandertal è ancora tra noi, un libro spiega come


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Il lavoro della paleoantropologa Silvana Condemi e del giornalista scientifico François Savatier è un viaggio dal nostro passato remoto fino al presente
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Silvana Condemi
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di Silvana Mazzocchi
Repubblica — 19/03/2018 (lunedì 19 marzo 2018)


L’uomo di Neandertal non è mai scomparso e 300.000 anni di storia raccontano come quell’uomo fossile, che ha vissuto nel nostro continente almeno fino a 38.000 anni fa, non sia mai scomparso del tutto e viva ancora oggi nel Dna di ciascuno di noi. Il che fa sì che noi europei siamo, almeno un po’, i diretti discendenti di Neandertal. Dato di fatto già in sé stupefacente, ma che è solo una parte di tutto quello che c’è ancora da sapere del nostro antenato, una messe enorme di notizie, ricostruzioni e dettagli ora contenuti in ‹Mio caro Neandertal› (Bollati Boringhieri), un libro firmato dalla paleoantropologa Silvana Condemi e dal giornalista scientifico François Savatier. Un racconto che, attraverso i risultati dei più recenti studi di genetica, spiega il perché noi Sapiens moderni e i neandertaliani, possiamo in fondo considerarci fratelli.

[A·2]
«Di loro ci rimane una piccolissima parte di alcune varianti genetiche», precisa Condemi «dall’1 al 3% per gli europei, e un po’ di più per le popolazioni asiatiche (fino al 4%). Mentre gli africani non hanno per niente geni neandertaliani». «La motivazione più attendibile di questa scoperta è che i Sapiens, africani e tropicali, si siano tenuti a lungo lontani dall’Europa in quanto, per loro, era una terra troppa fredda e dunque inospitale», conclude Condemi. “E, per questa ragione, pur essendosi incontrati e ibridati con i Neanderthaliani più volte in passato, i Sapiens approdarono sul suolo europeo “soltanto” 43.000 anni fa».

Ma chi era Neandertal? Che aspetto aveva quella creatura che era riuscita a sopravvivere affrontando periodi glaciali e cicli più temperati? Come viveva, chi era? Le risposte, oggi possibili grazie a un secolo e mezzo di scavi e alle più recenti tecniche di studio, confermano che ci siamo incrociati con loro più volte, che Neandertal cacciava, mangiava molta carne, viveva tra l’Europa, l’Asia settentrionale e il Medio Oriente, aveva la testa a forma di palla di rugby, era cannibale, ma seppelliva i morti e curava gli infermi. E che la repentina scomparsa di Neandertal, 35.000 anni fa, non è imputabile a un disastro o a un massacro ma che è stata, più probabilmente, una fusione tra due popolazioni umane.

Questo e altro si trova in ‹Mio caro Neandertal›, un libro scritto dagli autori in modo semplice e diretto, un viaggio nel nostro passato remoto attraverso centinaia di millenni.

Silvana Condemi è direttrice di ricerca al CNRS presso l’Università di Aix-Marseille, in Francia.

Che cosa c’è ancora in noi dell’uomo di Neandertal?

[D1·1]
«Quello che c’è dell’uomo di Neandertal in noi è molto poco: ci rimane una piccolissima parte, di alcune varianti genetiche: dall’1 al 3% per gli europei e un po’ di più per le popolazioni asiatiche (fino al 4%), gli africani non hanno per niente geni neanderthaliani [sic!]. Questo lo si spiega con il fatto che c’è stata una certa mescolanza tra i neandertaliani e i sapiens nelle zone in cui vivevano i Neandertaliani [sic!] (l’Europa e una parte dell’Asia, e non l’Africa, dove i neandertaliani non sono mai vissuti). I sapiens sono una popolazione che si è evoluta in Africa, e che si è poi espansa in Asia e in Europa. ‹Homo sapiens› ha incontrato e si è ibridato più volte con i Neandertaliani: i primi incontri sono avvenuti nel Vicino Oriente circa 100.000 anni fa, poi di nuovo si sono verificate altre ibridazioni in Asia Centrale, circa 60.000 anni fa, e infine altre ancora, quando ‹Homo sapiens› è arrivato sul suolo europeo, circa 43.000 anni fa».

Chi era davvero quell’uomo di trecentomila anni fa?

[D2·1]
«I neandertaliani, sono una popolazione fossile, tipica europea, che viveva sul nostro continente tra 300.000 e 38.000 anni fa. Durante il lungo periodo della loro esistenza hanno dovuto affrontare varie condizioni climatiche. Infatti durante questo lungo periodo, l’Europa ha conosciuto cicli climatici diversi: periodi glaciali, quindi periodi molto freddi e simili a quelli che si osservano oggi in Alaska, e periodi interglaciali, nei quali il clima era più temperato simile a quello odierno. Dal punto di vista fisico, il corpo piuttosto tarchiato del neandertaliano ha conservato caratteri fisici che raccontano questo adattamento durante i periodi freddi. Infatti, come le popolazioni che vivono nel freddo è quindi piccolo e tozzo, ha delle ossa molto robuste e dei muscoli molto sviluppati. Spettacolari sono il volto e la testa: mentre nel sapiens il cranio è sviluppato in altezza, quello di Neandertal è sviluppato in lunghezza e assomiglia a una palla di rugby. Un cranio a fronte bassa e sfuggente, sulla parte posteriore, nella regione della nuca una protuberanza ossea cha fa pensare a uno “chignon”, e nella parte anteriore, un viso sviluppato come un “muso”. Gli occhi sormontati da un fortissimo toro frontale. Ovviamente sono dei cacciatori-raccoglitori, quindi vivono spostandosi seguendo le mandrie di grandi animali, oggi anche loro scomparsi (Uri, Mammut, …). Per cacciarli, fabbricano strumenti in pietra, in osso e in legno. Vivono in piccoli gruppi interconnessi tra loro. Per molto tempo si è pensato che i neandertaliani non avessero solo attività di sopravvivenza e non avessero nessuna capacità simbolica e artistica, ma recentemente delle datazioni di siti spagnoli in grotte hanno mostrato che alcune pitture rupestri risalgono all’epoca dei neandertaliani. Se i neandertaliani dipingevano le pareti delle grotte è possibile che lo facessero anche su altri supporti, come pelli o/e corteccia d’alberi di cui purtroppo non abbiamo più alcun reperto o testimonianza».

Quando è scomparso e come l’uomo neandertaliano?

[D3·1]
«I neandertaliani scompaiono circa 38.000 anni fa. Dal momento che scompaiono quando ‹Homo sapiens› si insedia nel territorio europeo (circa 43.500 anni fa) e [sic!] si ritiene che Sapiens sia stato responsabile della scomparsa di Neandertal. Il neandertal [sic!] scompare nello stesso modo in cui scompare in questo momento lo scoiattolo rosso europeo, sostituito dallo scoiattolo grigio importato dall’America. Analogamente infatti, dal momento che i neandertaliani e i sapiens avevano modi di vita molto simili, si sono trovati in competizione nella stessa nicchia ecologica. Durante quel periodo, di circa 5.000 anni in cui Neandertal e Sapiens convivono insieme, ci sono state delle ibridazioni; i genetisti ritengono che queste non siano state massicce, ma comunque determinanti e sufficienti per permettere ai Sapiens di usufruire e sviluppare dei geni neandertaliani benefici per la sopravvivenza della propria popolazione, in particolare per resistere ad alcune malattie con cui i Sapiens non erano mai stati prima in contatto».


• Silvana Condemi e Francois Savatier
Mio caro Neandertal - Trecentomila anni di storia dei nostri fratelli
Traduzione di Susanna Bourlot
Bollati Boringhieri
Pagg. 208, euro 24.


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ANNOTAZIONI E SPUNTI
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COMMENTO — Si tratta essenzialmente di una recensione del libro di Condemi e Savatier, che esce con ottimo tempismo sull’onda di recenti scoperte che hanno sovvertito molte convinzioni relative allo stile di vita “arcaico” e “primitivo” dei Neandertal (rispetto ai Sapiens); si spera che la prosa dei due divulgatori sia meno trascurata di quanto appare questa intervista-recensione.

NOTA: nel discorso diretto abbiamo sostituito le virgolette “inglesi” con quelle «angolari», essendo le prime utilizzate, anche all’interno di frasi citate alla lettera, per evidenziare singoli termini ed espressioni. Il testo è affetto da un considerevole numero di errori e di incongruenze di varia natura, si direbbe che non sia stato rivisto prima di venir pubblicato.

[A·0]• Nel testo evidenziato: «[…] è un viaggio dal nostro passato remoto fino al presente», dal “nostro” passato remoto? Ma il volume di Condemi e Savatier non parla dei Neandertal? “Noi” non siamo mica Neandertal – o, se lo siamo, è al massimo per un 3%, come afferma la Condemi nell’intervista – ma forse chi ha composto il testo non aveva letto l’articolo con sufficiente attenzione.

[A·2]• Nel testo originale: «La motivazione più attendibile di questa scoperta […]» mancano le virgolette di apertura della citazione, mentre sono presenti, prima di “conclude Condemi”, quelle di chiusura; abbiamo assunto che la citazione partisse dall’inizio del periodo.

[D1·1]• Nel testo originale: «[…] gli africani non hanno per niente geni neanderthaliani [sic!]» non si capisce perché “neanderthaliani” (con la ‘h’), quando per “Neandertal” adotta la nuova grafia (senza ‘h’); nella frase successiva infatti è scritto “neandertaliani” (senza ‘h’), ma anche “Neandertaliani” (con l’iniziale maiuscola), senza che sia possibile individuare una differenza di significato; lasciamo marcato con [sic!].
•[ivi]• Nel testo originale: «‹Homo sapiens› ha incontrato e si é [sic!] ibridato […]» ovviamente un refuso, dev’essere “è”; corretto.
•[ivi]• Nel testo originale: «[…] poi di nuovo si sono verificati [sic!] altre ibridazioni […]» altro refuso, oppure una dimenticanza nella revisione del testo, dev’essere “verificate”; corretto.
•[ivi]• Nel testo originale: «[…] quando Homo sapiens [sic!] é [sic!] arrivato sul suolo europeo […]» oltre alla ripetizione di un accento errato su “è”, “Homo sapiens” qui non è in corsivo, mentre lo era all’inizio del periodo; corretti entrambi.

[D2·1]• Nel testo originale: «[…] mentre nel sapiens il cranio è sviluppato in altezza, quello di Neandertal è sviluppata [sic!] in lunghezza […]» altra concordanza errata, dev’essere “sviluppato”, riferendosi a “cranio”; corretto.
•[ivi]• Nel testo originale: «[…] nella regione delle [sic!] nuca […]» altra concordanza errata, deve ovviamente essere “della”; corretto.
•[ivi]• Nel testo originale: «[…] fa pensare a un [sic!] “chignon” […]», qui non si tratta di una concordanza sospetta, trattandosi di una parola francese che comunque in italiano è maschile, tuttavia ci sembra preferibile “uno”; corretto.
•[ivi]• Nel testo originale: «Per molto tempo si è pensato che i neandertaliani non [sic!] avessero solo […]» dal senso della frase il “non” si direbbe spurio, oppure dovrebbe essere “non avessero che”; marcato con [sic!].

[D3·1]• Nel testo originale: «Dal momento che scompaiono […] e [sic!] si ritiene che Sapiens sia stato responsabile della scomparsa […]», o è di troppo “Dal momento che”, oppure è di troppo questa congiunzione “e”; marchiamo quest’ultima con [sic!].
•[ivi]• Nel testo originale: «[…] si ritiene che Sapiens sia stato responsabile della scomparsa di Neandertal. Il neandertal [sic?] scompare […]» a distanza tanto ravvicinata, “Neandertal” è scritto, apparentemente senza alcun motivo, sia in maiuscolo sia in minuscolo – e anche qualche riga sotto, «… i neandertaliani e i sapiens avevano modi di vita molto simili…» ma «… Neandertal e Sapiens convivono insieme…» – quando, sopra, “sapiens” era sempre stato scritto in minuscolo; forse era troppo oneroso uniformare le diverse grafie; noi ci limitiamo a marcare quest’occorrenza con [sic!].

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