E l’uomo, 73mila anni fa, disegnò un cancelletto
✩ (Arkbase)
Scienze
Il primo disegno di un Sapiens, ritrovato nella grotta di Blombos, in Sudafrica, risale a 73mila anni fa. Una matita di ocra rossa aveva tracciato nove linee incrociate che oggi sono a malapena visibili. Per scoprirle, gli archeologi hanno dovuto sfoderare tutte le tecnologie del XXI secolo. Ma nessuno si dice stupito: “Quegli uomini avevano già dimostrato in vari modi di essere pronti per il pensiero astratto”
• Panoramica della grotta di Blombos
• Le “matite” di ocra (a sinistra) e i frammenti di selcrite (a destra) usati per la simulazione a Bordeaux
• L’analisi al microscopio
• Archeologi al lavoro a Blombos
di Elena Dusi
Repubblica — 12/9/2018 (mercoledì 12 settembre 2018)
•[A·1]• ~!
Francesco d’Errico ha preso in mano una scaglia di ocra rossa e una pietra di silcrete. Nel suo laboratorio dell’università di Bordeaux, l’archeologo ha poi ripetuto il gesto che un suo antenato aveva eseguito 73mila anni fa in una grotta vicino a Città del Capo. Sulla silcrete ha tracciato sei linee verticali e tre orizzontali, per sottoporle a esame e confrontarle con l’originale. Quello che viene considerato il primo disegno della storia è infatti un intreccio di linee rosse sulla pietra che a occhi “social” sembrerebbe un hashtag e a occhi più tradizionali il gioco del tris. La scoperta viene raccontata oggi su ‹Nature›.
•[A·2]• ~!
Il ritrovamento della pietra disegnata, che nel suo lato più lungo non raggiunge i 4 centimetri – ma con il tempo si è spezzata: in origine la superficie della raffigurazione era più ampia – e il cui colore bruno non aiuta certo a riconoscere le tracce di ocra rossa, è avvenuto quasi per caso nella grotta di Blombos, in Sudafrica: una vera e propria caverna dei tesori per archeologi e paleoantropologi, i cui reperti raccontano la storia dell’‹Homo sapiens› dai 105 ai 64mila anni fa. Tra migliaia di schegge di silcrete, un materiale molto duro che contiene sabbia e silice, il piccolo frammento ha attirato la curiosità dei ricercatori dell’università di Witwatersrand a Johannesburg che dal 1991 scavano nella grotta di Blombos. Indecisi sul da farsi, hanno pensato di portarlo via per osservarlo meglio.
Panoramica della grotta di Blombos |
La pietra è finita così nel laboratorio di d’Errico, che è anche direttore di ricerca al Cnrs. “L’abbiamo sottoposta a ogni tipo di analisi, per capire l’origine di quelle linee”. Spettroscopia Raman, microscopia elettronica a scansione accoppiata, microscopia confocale hanno escluso che quelle venature rosse fossero di origine naturale. L’archeologo ha pensato poi di simulare il gesto dell’antico pittore. “Ho seguito due strade. Ho provato a macinare della polvere d’ocra, scioglierla in acqua a varie concentrazioni e applicarla con una sorta di pennello: un bastoncino battuto a un’estremità con un sasso. In alternativa ho usato una pietra di ocra appuntita. La seconda tecnica combaciava con il disegno originale. Segno che il nostro lontano antenato aveva usato una sorta di matita per tracciare le linee. La punta, piuttosto dura, ha lasciato un segno regolare largo 1,3 millimetri”.
Le “matite” di ocra (a sinistra) e i frammenti di selcrite (a destra) usati per la simulazione a Bordeaux |
Il primo disegno di un Sapiens risalirebbe dunque ad almeno 73mila anni fa. Più o meno contemporaneamente (65mila anni fa) un Neanderthal lasciava in una grotta della Spagna delle pitture rupestri in ocra nera: motivi astratti, impronte di mani e macchie di pigmento su stalagmiti. Sempre a Blombos, in uno strato leggermente più profondo risalente a 85-82mila anni fa, furono ritrovate pietre con linee geometriche intagliate (il fatto di essere incise le differenzia dal disegno descritto oggi su ‹Nature›). Solo una coincidenza? E sempre una coincidenza è il fatto che il cancelletto resti una delle figure più riconoscibili oggi? “Il disegno è un simbolo, e il simbolo testimonia la presenza del pensiero astratto. Gli uomini di queste epoche antiche evidentemente avevano già raggiunto questa importante tappa dello sviluppo” spiega d’Errico. Per rispondere alla seconda domanda è stata nel frattempo interpellata la neuroscienza. Le verrà chiesto quanto il nostro cervello sia preparato a riconoscere senza sforzo determinate forme geometriche anziché altre.
L’analisi al microscopio |
•[A·5]• ~!
Prima di essere disegnata, la pietra di Blombos era stata usata come macina, sempre per l’ocra. “È infatti molto ben levigata. Doveva aver lavorato per molti anni. Chissà che dalla grotta non rispuntino altre raffigurazioni pittoriche” si augura d’Errico. L’archeologo e antropologo di origini torinesi è autore di molte delle pubblicazioni relative alle prime forme di arte dell’umanità. “Un disegno come quello di Blombos non è mai un caso isolato. È il risultato di una traiettoria culturale che, nel caso della grotta sudafricana, ci ha regalato anche incisioni geometriche, conchiglie perforate e decorate con ocra o annerite per effetto del riscaldamento”. Esempi simili di gioielli primitivi sono comparsi anche in Marocco o in Israele. Ma il reperto più antico è forse una conchiglia ritrovata sull’isola di Giava con delle incisioni a zigzag. Risalirebbe addirittura a 540mila anni fa. I disegni più antichi (con l’eccezione di quello odierno) sono invece successivi ai 42mila anni fa. Si trovano nelle grotte di Chauvet in Francia, El Castillo in Spagna, Apollo 11 in Namibia e Maros in Indonesia.
Archeologi al lavoro a Blombos |
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ANNOTAZIONI E SPUNTI
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COMMENTO — da completare.
•[A·1]• Nel testo originario: «Quello [sic!] viene considerato il primo disegno della storia è infatti un intreccio di linee rosse […]», è stato probabilmente omesso, per un errore di battitura, un “che” – necessario per evitare la presenza di 2 verbi nella stessa frase – altrimenti sarebbe almeno da inserire una virgola prima di “è”, ma la frase riuscirebbe in questo caso assai meno scorrevole; corretto.
•[A·2]• Nel testo originario: «[…] i cui reperti raccontano la storia dell’Homo sapiens [sic!] dai 105 ai 64mila anni fa», si usa in genere evidenziare ‹Homo sapiens› in corsivo; assumiamo sia una dimenticanza; corretto.
•[A·5]• «Ma il reperto più antico è forse una conchiglia ritrovata sull’isola di Giava con delle incisioni a zigzag. Risalirebbe addirittura a 540mila anni fa», il riferimento – non esplicitato – è a un articolo pubblicato su “Nature” il 3/12/2014, a firma di Josephine C. A. Joordens et al., intitolato “‹Homo erectus› at Trinil on Java used shells for tool production and engraving”.
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[] https://www.repubblica.it/scienze/2018/09/12/news/il_primo_disegno_di_un_sapiens_era_un_cancelletto-206271483/?ref=RHPPRT-BS-I0-C4-P1-S1.4-F4
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