2017·02·04 - Left n. 5 • Tulli·F & Coyne·JA (America religione)

L’America e dio / Una relazione pericolosa


(Arkbase)

Scienza e fede negli Usa di Trump
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«Circa il 43 per cento dei miei concittadini sono creazionisti. Rifiutano le prove empiriche dell’evoluzione sulla base di precetti religiosi». Intervista a Jerry A. Coyne, biologo evoluzionista, autore del libro ‹O scienza o religione. Perché la fede è incompatibile coi fatti
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Negli Usa 46 Stati su 50 permettono l’esenzione dai vaccini per motivi religiosi

di Federico Tulli
Left n. 5 — 04/02/2017 (4 febbraio 2017), pp. 56-57.


«Criticare la religione, qualsiasi religione, negli Stati Uniti, e probabilmente anche in Italia, è considerato di cattivo gusto o persino offensivo». Jerry A. Coyne è un biologo evoluzionista dell’Università di Chicago. Nel 2015 ha pubblicato ‹Faith versus Fact: Why science and religion are incompatible›, un saggio profondamente critico nei confronti del pensiero religioso, in particolare quello di matrice cristiana, evidenziandone le contraddizioni e le ricadute pericolose sulla vita di milioni di persone. Le sue teorie, le sue analisi lucide e schiette e il suo ateismo, da un lato hanno dato origine a una sorta di tifo da stadio pro o contro che confluisce in gran parte nel suo seguitissimo blog, dall’altro lo hanno segnalato come l’omologo d’Oltreoceano del noto ateo britannico Richard Dawkins, anch’egli biologo ed evoluzionista. La recente pubblicazione del libro in Italia con il titolo ‹O scienza o religione. Perché la fede è incompatibile coi fatti› (Nessun Dogma ed., traduzione di Oscar Cavagnini) è l’occasione per intervistare Coyne e inquadrare da un punto di osservazione davvero originale alcune criticità che riguardano la cultura e i comportamenti di una parte consistente della società civile nord americana.


Lo storico Emilio Gentile afferma che gli Usa sono diventati la massima potenza imperiale della Storia con la convinzione di essere stati scelti da Dio per redimere l’umanità. Abbiamo da poco visto il neo-presidente Trump giurare sulla Bibbia; sul dollaro c’è scritto “In God we trust”. Gli Usa non sono l’Iran o il Vaticano ma la cultura religiosa è presente ovunque. Quindi le chiedo: come è nata l’idea di ‹Faith vs. Fact›?

Per circa il 43 per cento i miei concittadini sono creazionisti. Rifiutano le prove empiriche dell’evoluzione sulla base di precetti religiosi. Un altro 31 per cento segue l’evoluzionismo teista: sono credenti e accettano l’evoluzionismo, ma pensano che il loro dio lo rifiuti. Tutto ciò deriva per lo più dall’adesione alla religione cristiana. Questo mi ha spinto a studiarla e a rilevare che appassiona come una scienza e, come se fosse una scienza, fa asserzioni su ciò che c’è “di sicuro” nell’universo. Ma capita che certe affermazioni non siano verificabili, ad esempio non lo è la “creazione”. Di qui la mia preoccupazione, in quanto negli Stati Uniti, e non solo, c’è la convinzione diffusa che il pensiero religioso sia affidabile quanto il metodo scientifico. Io rifiuto questa idea. Soprattutto la religione cristiana pretende di essere un’antropologia, come se la cosiddetta “verità rivelata” e il significato che attribuisce all’universo fossero paragonabili a scoperte scientifiche indiscutibili.


E come stanno le cose?

La realtà è esattamente il contrario. Il pensiero religioso che include la fede, il dogma e la rivelazione, è inaffidabile poiché porta una persona a conclusioni errate, non verificabili o contraddittorie. Uno studio empirico è invece “vero” solo se fornisce prove coerenti a sostegno di una tesi. Facendo leva sulla fede è la religione stessa la causa della sua incapacità di trovare e raccontare la “verità”.


C’è chi sostiene che religione e scienza spesso entrano in competizione.

[D·3r]• ~!
Scienza e religione fanno entrambe “affermazioni di esistenza” su ciò che è reale. Usano tuttavia strumenti molto differenti per arrivare alle rispettive conclusioni. Nel libro ragiono sulla fede in contrapposizione ai fatti, lasciando in secondo piano la disputa tra religione e scienza. Si può essere contro le vaccinazioni, si può negare il ‹global warming›, si può essere convinti che la medicina omeopatica curi, senza per questo essere credenti. Sono posizioni basate sulla fede in qualcosa di indimostrabile, sebbene non si leghino all’aderenza a una specifica dottrina religiosa.


Nel V capitolo, portando esempi, lei parla di una «singolare mancanza di partecipazione emotiva» nei genitori credenti che negli Usa hanno lasciato morire i figli incuranti delle loro atroci sofferenze pur di non affidarli a dei medici. Sembra così alludere a un nesso tra il senso del sacro e lo sviluppo di un vuoto interiore affettivo. Ci può spiegare?

Ci sono persone per le quali i dettami religiosi vengono prima di ogni altra cosa. Pertanto, se devi arrecare sofferenza ad altri per compiacere il tuo dio, lo farai, Ho potuto notare genitori cristiani che non si angosciavano di fronte alla morte prematura dei figli. Nessuna emozione traspariva dai loro racconti. Per costoro essere buoni genitori significava solo imporre loro la fede. Credendo nel paradiso, erano convinti che i figli morendo sarebbero andati in un posto migliore. L’idea che la vita terrena sia sofferenza rende inscalfibile la certezza glaciale che negare cure indispensabili non sia un’azione perversa e criminale.


In un altro passaggio si evidenzia il tema delle crociate contro le vaccinazioni. Qual è l’antidoto contro queste pericolose campagne antiscientifiche?

È molto difficile far cambiare idea a persone che basano la vita sulla fede in qualcosa. Quindi penso che l’unica soluzione è rendere illegale l’accettare un bambino a scuola se prima non è stato vaccinato. Il problema degli Usa è che solo tre Stati, forse quattro, adottano una norma del genere. Al contrario, 46 Stati su 50 permettono l’esenzione dalle vaccinazioni per motivi religiosi. Abbiamo avuto epidemie di morbillo e di altre malattie che hanno causato centinaia di morti evitabili ma nulla è cambiato perché le istituzioni fanno quello che vogliono i loro elettori. Che come detto sono in gran parte credenti.


Lei ha denunciato che troppo spesso negli Usa, dall’istruzione alla sanità, «le istituzioni hanno anteposto la fede ai fatti reali». Che cosa si aspetta da Trump, considerando che la sua candidata all’Istruzione, la miliardaria Betsy DeVos, crede nel creazionismo e finanzia scuole religiose private?

Da liberale e democratico non penso che Trump sia cristiano, né che sia credente. Infatti potrebbe essere il primo presidente ateo degli Stati Uniti. Tuttavia sarà molto attento alla legislazione religiosa repubblicana. Già in campagna elettorale ha mostrato molta poca attenzione per la verità e nessun rispetto per i fatti. Mi riferisco al riscaldamento globale, alla tutela ambientale e ad altri temi come la salute pubblica, quindi anche le vaccinazioni. È tipico del Partito repubblicano e dei “suoi” presidenti privilegiare capitalismo e ricchezza a scapito del benessere e della qualità della vita della gente più povera e dell’umanità in generale.


L’autore


Jerry A. Coyne insegna biologia e genetica nel dipartimento di Ecologia ed evoluzione dell’Università di Chicago. Il suo precedente libro, ‹Perché l’evoluzione è vera›, è stato un best seller internazionale. Autore di oltre un centinaio di articoli pubblicati su riviste scientifiche, cura il seguitissimo blog “Why Evolution Is True” e scrive articoli per il ‹New York Times› e ‹The New Republic›.


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ANNOTAZIONI E SPUNTI
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[D·3r]• Nel testo originale, «Scienza e religione fanno entrambi [sic!] “affermazioni di esistenza” […]» dovrebbe verosimilmente essere “entrambe” dato che “scienza” e “religione” sono entrambi [sic!] sostantivi femminili; probabile refuso, corretto.

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