La politica con le gambe corte
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Editoriale
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di Matteo Fago
Left n. 1 — 06/01/2018 (sabato 6 gennaio 2018), p. 5.
Il 2018 sarà l’anno delle elezioni politiche in Italia. Matteo Renzi perderà senz’altro. D’altra parte ha fatto terra bruciata attorno a sé. La tecnica dell’asfalto ha portato il Partito democratico ad isolarsi sempre di più.
Ma non nel senso di non volere alleanze, che anzi vorrebbe. Ma nel senso di pensare che con le bugie sia possibile fare politica. Qualche giorno fa un amico mi ricordava che Renzi era soprannominato da ragazzo “Il bomba”. Lo avevo già sentito ma non essendo toscano non avevo capito quale era il senso. Pensavo solo ad un soprannome un po’ canzonatorio.
Invece no, il soprannome significa “quello che le spara grosse”, che dice bugie insomma. Ed in effetti in cinque anni di legislatura, in cui non è stato eletto ma è stato segretario del Pd e presidente del Consiglio, Renzi di bugie ne ha dette parecchie. Niente di grave per carità. È senz’altro una questione di dialettica politica. Ma perché la politica deve essere dire le bugie e quindi, in ultima analisi, prendere in giro le persone?
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Perché poi credo andrebbero distinte due modalità di dire il falso, di dire le bugie. Quelle più palesi, più evidentemente delle panzane a cui non crede nessuno. E quelle più nascoste, nei comportamenti e nel pensiero generale sulle persone. Cosa succede infatti se un politico con grandi responsabilità ha delle idee non corrette sulla realtà umana?
Se ad esempio nei comportamenti di fatto autorizza il pensiero che la realtà più intima di ogni essere umano è l’aggressività e non, al contrario, il voler stare con gli altri? È facile visualizzare che la politica che ne deriverà sarà una politica che discrimina e che autorizza l’aggressione dell’uomo sull’uomo. In effetti si può pensare che la politica, intesa non come ciò che modifica la realtà ma come ciò che induce le persone a fare o non fare alcune cose, non sia solo azione politica ma sia soprattutto pensiero politico. L’azione è l’esito finale. È il pensiero sottostante che conta. Gramsci lo aveva teorizzato come “egemonia culturale” e d’altra parte tutti i dittatori sanno bene come funziona… Le masse si controllano prima di tutto con il pensiero e più raramente con l’azione di polizia.
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E anche vero che qualunque società troppo dittatoriale non regge a lungo. Perché le persone spontaneamente si ribellano. Perché la sopraffazione, il mors-tua vita-mea non è la verità umana. Il nostro giornale ha un sottotitolo che è sinistra senza inganni. Quello che per noi significa è che vogliamo trovare e proporre idee che non abbiano in sé idee false sulla realtà umana e sullo stare insieme degli esseri umani.
Lo stare insieme degli esseri umani è quello che la politica dovrebbe regolare, fermando l’aggressione e favorendo lo stare insieme per la realizzazione di tutti. Questo è ciò che potrebbe (e dovrebbe!) caratterizzare in maniera certa la sinistra rispetto alla destra e ai populismi: idee sull’essere umano senza incertezze, di cosa sia il senso del nostro essere al mondo e della realizzazione di ognuno.
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Concludo con una novità per il 2018: dal prossimo numero ‹Left› non uscirà più il sabato, come accade dal 2013 ad oggi, ma torneremo all’uscita il venerdì. Questo tra l’altro migliorerà la distribuzione in tutte quelle località dove fino ad oggi non siamo ancora riusciti ad arrivare puntuali il sabato.
Buon 2018!
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ANNOTAZIONI E SPUNTI
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