2018·11·16 - Espresso • Scalfari·E • Dove nasce il pensiero

Dove nasce il pensiero


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Vetro soffiato
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Siamo noi a creare le idee, o siamo determinati da queste? La spiegazione sta nell’unicità dell’essere umano: l’Io
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di Eugenio Scalfari
l’Espresso — 16/11/2018 (venerdì 16 novembre 2018)


[A·1]• ~±?
Un tema spesso affrontato riguarda il rapporto tra chi scrive libri di saggi o romanzi e i libri scritti o letti. È l’autore che li crea o sono i libri che ha letto a creare lo scrittore? La risposta più frequente e apparentemente ovvia è che sia l’autore a creare i libri, ma c’è un’altra risposta: sono i libri a creare l’autore: mentre tu scrivi i personaggi ti prendono la mano e ti conducono dove essi vogliono e questo anche quando non sono romanzi con personaggi, ma soltanto idee e pensieri. Un insieme di idee si sviluppa autonomamente, ti trascina in avanti e tu ne sei affascinato e lo segui.

[A·2]• ~±?
Sembra impossibile questa sorta di incrocio tra creato e creatore che riguarda (così sembra) la letteratura narrativa o filosofica. Ma a guardar bene concerne perfino la scienza matematica e la fisica teorica. Fu Montaigne a porre il problema, Cartesio a cercare di definire [sic!] con il pensiero che lo rese un creatore indimenticabile: «Cogito, ergo sum».

[A·3]• ~±?
Dopo molto tempo fu Einstein che dopo numerosi studi formulò la teoria sulla relatività. Le sue equazioni erano matematicamente perfette ma del tutto prive di prove concrete. Qualche tempo dopo Arthur Eddington scattò una serie di fotografie durante un’eclissi di sole. Da quelle osservazioni l’equazione di Einstein risultava confermata; la perfetta formula matematica che certificava appunto la relatività.


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[B·1]• ~±?
Ricorderò infine l’intervento divertente ma molto significativo di Diderot quando racconta che un pomeriggio, seduto su una panchina del parco del Palais Royal a Parigi, cominciò a porsi il problema di che cosa fossero i suoi pensieri, da dove venissero e perché, dopo averli vissuti scomparissero sostituiti da altri. Mentre meditava su quel tema vedeva anche in fondo a quel parco delle giovani prostitute che seducevano uomini di passaggio e li portavano sotto gli archi soddisfacendo i loro desideri e poi tornando nel parco per accalappiarne altri. Cartesio fondò [sic!] una frase diventata celebre ma Diderot ne disse un’altra che coglieva una verità da lui direttamente vissuta: «I miei pensieri sono le mie puttane». In effetti il tema del pensiero è dominante: che ciascuno di noi ne sia consapevole oppure no, noi pensiamo continuamente salvo quando siamo nel culmine di una soddisfazione sessuale [sic!] o quando il nostro sistema nervoso sia affetto da una malattia mentale [sic!] che ci getti in uno stato ipnotico [sic!]. Orgasmo sessuale e ipnosi annullano il pensiero [SIC!]. Ma la domanda che a questo punto diventa incalzante riguarda la natura del pensiero: Che cos’è? Da dove viene e come si sviluppa?


— § —

[C·1]• ~±?
La risposta è molteplice: nasce dagli istinti, viaggia nel sistema nervoso, ad essere consapevole della sua natura in alcune mappe cerebrali, collegate con quasi tutti gli organi principali del nostro corpo che a loro volta sono collegati e in particolare i reni, il fegato, le arterie, il cuore. L’istinto è la base di partenza ed è presente in tutto il genere animale [sic!] al quale apparteniamo, ma in nessuno degli altri animali l’istinto si trasforma in pensiero salvo, in forme molto attenuate ed elementari, nei cosiddetti animali “nobili”: il cavallo, il topo, il cane, il gatto, i volatili e i pesci del mare, l’orango e lo scimpanzé dal quale il genere umano discende [sic!]. Ma rispetto agli altri noi abbiamo una differenza fondamentale: è l’Io la cui funzione è quella della consapevolezza di esistere e di guidarci e giudicare il nostro operare. L’amore, il dolore, il pentimento, l’odio, l’ambizione, la soddisfazione, l’amicizia, l’intelligenza, la vergogna, sono tutti sentimenti derivanti dall’io, la cui funzione più importante è quella dell’autocoscienza che è presente in tutto il genere umano ma variabile nella sua intensità [sic!].

[C·2]• ~±?
Questa è la natura dei pensieri [sic!], la loro origine e la loro funzione. Cartesio lo ha definito con tre parole che dicono tutto ma dovrebbero essere capovolte nella dicitura [sic!]: non è «Penso dunque sono» ma piuttosto «Sono, dunque penso». Può sembrare un gioco di parole che cambiano il soggetto, ma non è un gioco: il soggetto è l’Io (sono) ed è dall’Io che si distingue la nostra specie da tutte le altre.


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ANNOTAZIONI E SPUNTI
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COMMENTO — Dopo questa “geniale” lezioncina di Scalfari ci rimane il dubbio che il “suo” Io – ciò che secondo lui nell’essere umano e solo nell’essere umano produrrebbe il pensiero autocosciente – non sia altro che la vecchia cara “anima” di Platone e del cristianesimo.


[A·1]• Nel testo originario, «[…] c’è un’altra risposta: [sic!] sono i libri a creare l’autore: [sic!] mentre tu scrivi i personaggi ti prendono la mano […]»: è una concatenazione di (due) doppi punti: svista o virtuosismo stilistico (lo imitiamo sùbito)? Ci pare di poter ipotizzare che in questo caso siano i due-punti – in mancanza di idee – ad aver “preso la mano” di Scalfari per “condurlo dove volevano loro”; marcati con [sic!].

[A·2]• Nel testo originario, «Fu Montaigne a porre il problema, Cartesio a cercare di definire [sic!] con il pensiero che […]»: il pensiero non è chiaro, ma la sua formulazione appare decisamente sconnessa; marcato con [sic!].

[A·3]• «Dopo molto tempo fu Einstein che […]»: dopo “quanto” tempo? Ma – si sa – per Einstein anche il tempo, in fondo, è relativo…
[ivi]• Nel testo originario, «[…] fu Einstein che dopo numerosi studi formulò la teoria sulla [sic!] relatività»: Scalfari non è un fisico, e passi che scriva senza cognizione di causa, ma la teoria di Einstein – che poi sono due, quella “ristretta” o “speciale” del 1905 e quella “generale” del 1915 – è “della” e non “sulla” relatività; marcato con [sic!].
NOTA 1: in ogni caso, considerato il successivo riferimento alle osservazioni effettuate da Eddington nel 1919, Scalfari si riferisce alla teoria della relatività generale.
NOTA 2: oltretutto, “dopo numerosi studi” o è del tutto pleonastico, oppure non significa nulla, o persino entrambi.
[ivi]• «[…] l’equazione di Einstein risultava confermata […]»: questa almeno fu la conclusione di Eddington, che però era un sostenitore sfegatato della teoria di Einstein; in séguito, però, altri fisici misero in dubbio che la precisione delle osservazioni di Eddington fosse sufficiente a confermare in modo decisivo le previsioni della teoria – questo Scalfari non lo sa o non lo dice.
[ivi]• «[…] la perfetta formula matematica che certificava appunto la relatività»: altra dizione sconclusionata, le teorie fisiche non sono “certificate” da niente e da nessuno – anche qualora per “certificate” s’intendesse “accertate” o “confermate”, si legga Popper – ancor meno possono essere “certificate” da una formula, “perfetta” o “imperfetta” che sia.

[B·1]• Nel testo originario, «Cartesio fondò [sic!] una frase diventata celebre […]»: da quando in qua le frasi si “fondano”? Si tratta di una banale “sconnessione” del linguaggio, oppure Scalfari sta cercando di “sfondare” la lingua italiana? – marcato con [sic!].
[ivi]• «[…] quando siamo nel culmine di una soddisfazione sessuale […]»: senonché la “soddisfazione sessuale” non esiste; forse Scalfari intende riferirsi all’orgasmo ma gli ripugna usare il termine? Ma lo usa subito dopo (vedi)! – marcato con [sic!].
[ivi]• «[…] quando il nostro sistema nervoso sia affetto da una malattia mentale che ci getti in uno stato ipnotico»: che il “sistema nervoso” sia affetto da “malattia mentale” si direbbe un ossimoro – o una grave confusione mentale – marcato con [sic!].
NOTA: che c’entra la “malattia mentale” con lo “stato ipnotico”? Quest’ultimo dovrebbe essere uno stato simile al sonno ma durante la veglia, ma allora che dire del sonno vero e proprio? Scalfari non affronta il problema, forse non dorme.
[ivi]• «Orgasmo sessuale e ipnosi annullano il pensiero»: “orgasmo sessuale”? Evidentemente esistono anche orgasmi non sessuali, come quello di fronte a un piatto di fettuccine… – “ipnosi”: ma perché occuparsi dell’ipnosi e non del sonno, che riguarda – o dovrebbe riguardare – tutti? – “annullano il pensiero”: questo verbo pare di averlo già sentito da qualche parte… marcato con un unico grande [SIC!].

[C·1]• «[…] mappe cerebrali, collegate con quasi tutti gli organi principali del nostro corpo che a loro volta sono collegati e in particolare i reni, il fegato, le arterie […]»: ma le arterie sono “organi”? Poi perché le arterie e non, ad esempio, le vene? Perché reni e fegato e non, ad esempio, l’intestino? Forse non è abbastanza “nobile”? — marcato con [sic!].
NOTA: che cosa sarebbero queste “mappe cerebrali” menzionate da Scalfari?
[ivi]• «L’istinto […] è presente in tutto il genere animale al quale apparteniamo […]»: però non esiste alcun “genere animale”, forse esiste un “regno animale”; marcato con [sic!].
[ivi]• «[…] lo scimpanzé dal quale il genere umano discende»: dopo quelle di fisica, anche le conoscenze biologiche ed evoluzionistiche di Scalfari si rivelano piuttosto approssimative; oppure è la sua memoria ad essere debole? Magari sono invece le sue letture – quelle che “creerebbero” lo scrittore– ad essere discutibili; marcato con [sic!].
[ivi]• «[…] autocoscienza che è presente in tutto il genere umano ma variabile nella sua intensità»: ma su quali evidenze Scalfari basa le sue considerazioni? “Ipse dixit”? E soprattutto dove vuole andare a parare? Questa variabilità dipende forse dall’età, dalla “razza”, dal genere (maschio-femmina), dalla cultura, dalla prossimità o dalla lontananza da Scalfari stesso? Tutti dettagli di non poco conto, che però Scalfari lascia nel vago; marcato con [sic!].

[C·2]• «Questa è la natura dei pensieri […]»: peccato che Scalfari non sia riuscito a spiegarcela… ma l’importante è che sia riuscito dove Cartesio e Diderot avevano miseramente fallito; marcato con [sic!].
[ivi]• «Cartesio lo ha definito [il pensiero] con tre parole che dicono tutto ma dovrebbero essere capovolte nella dicitura […]»: lo sbadato, c’era quasi arrivato, ma ha sbagliato nel metterle in ordine, un vero peccato! Per nostra fortuna è arrivato Scalfari a mettere le cose in ordine — marcato con [sic!].

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[] espresso.repubblica.it/opinioni/vetro-soffiato/2018/11/16/news/dove-nasce-il-pensiero-1.328710
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