2020·01·03 - Left n. 1 • Fago·M • La nascita della sinistra

La nascita della sinistra


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In copertina | La sinistra che verrà
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Per creare la sinistra che non è mai esistita è necessario che la politica faccia ricerca. Che studi e comprenda la realtà umana per quella che veramente è.
E non per quella che chi gestisce un potere vuole che si creda che sia
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Non solo straordinaria possibilità di cura. La teoria della nascita è il fondamento per una nuova visione politica
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Le forze politiche di destra hanno una visione falsa dell’essere umano: sarebbe violento per natura
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Lo studio di Massimo Fagioli in via di Roma Libera a Roma con le sue sculture: “La donna nera”, “La staccionata”, “Il gigante”, “La scultura blu”
Nella pagina a fianco, da sinistra: Gianfranco De Simone, Ginevra Masini e Matteo Fago durante la presentazione del libro di Massimo Fagioli ‹Left 2016-2017› (L’Asino d’oro edizioni) a “Più libri, più liberi”. Roma 8 dicembre 2019
In apertura, Fagioli al convegno “Teoria della nascita e ricerca sulla realtà umana: 40 anni di Analisi collettiva” Roma, Aula magna de La Sapienza, 6 novembre 2015
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di Matteo Fago
Left n. 1 — 03/01/2020 (venerdì 3 gennaio 2020), pp. 20-21.


La ricostruzione della sinistra, questa attività che ormai in tanti danno per essere qualcosa di inutile, legato ad una idea utopica di società, è qualcosa che forse va chiamata in un altro modo. Si tratta in realtà della costruzione ex novo e non di ricostruzione di qualcosa. Va infatti pensato che la sinistra, con le sue varie e diversissime forme in cui si è manifestata nel corso di oltre due secoli, sia qualcosa che in realtà deve ancora nascere. I due secoli sono chiaramente quelli che iniziano con la Rivoluzione francese e con il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali. Quelli che oggi nessuno (o quasi nessuno) si sogna di mettere in discussione, almeno in principio.

In particolare, la libertà e l’uguaglianza che sono a fondamento dei diritti universali dell’essere umano che a loro volta sono a fondamento delle carte costituzionali di gran parte dei Paesi del mondo. Va però compreso che quelle due parole, da sole, non sono sufficienti ad affermare un diritto. Perché non spiegano su cosa si fonda quel diritto e quale sostanza esso abbia, di cosa sia in realtà fatto.

Sicuramente c’è nella Rivoluzione francese e nei principi che porta un’universalità che prima non c’era, quando afferma che quei diritti riguardano tutti gli uomini. Peccato che, appunto, quelle affermazioni avessero dimenticato le donne e i bambini… e riguardassero soltanto gli uomini, intesi come esseri umani di sesso maschile. L’universalismo del diritto era basato sull’idea che ci fosse una caratteristica comune a tutti gli uomini che però non era sviluppata nelle donne e nei bambini. Questa caratteristica sarebbe la ragione. Allora così come ciò che faceva i cittadini romani uguali tra loro e più uguali di quelli che erano schiavi era per l’appunto essere civis romanus, allo stesso modo ciò che farebbe uguali tra loro tutti gli esseri umani sarebbe la ragione.

Chi non ha quella caratteristica comune non è uguale agli altri, è di fatto un essere sicuramente inferiore che come tale può essere trattato. La logica porta con sé che non essendo veramente un essere esso è di fatto un non essere. Non esiste infatti compromesso per la ragione. L’uguaglianza tra pochi pari ha come conseguenza che la libertà è qualcosa di riservato solo alla élite degli uguali. Non ha senso pensare ad una libertà per gli altri, perché essi in realtà non sono.

Nel corso del XIX secolo, la grande rivoluzione portata dalle idee della Rivoluzione francese nella forma degli Stati e nel riconoscimento di nuovi diritti dove non ce n’erano e contemporaneamente l’impetuoso sviluppo delle economie in conseguenza delle innovazioni portate dalle straordinarie scoperte scientifiche da Newton in poi, determinano un generale aumento del benessere e la formazione di quella che si sarebbe poi chiamata la classe media. Ma accanto a questo sviluppo c’è anche la comparsa della classe operaia. Enormi quantità di persone si spostano dalle campagne alle città, che diventano sempre più grandi, attirate dalla possibilità di maggiore guadagno che nel lavoro dei campi ma anche, evidentemente, dall’idea di un futuro diverso, di un miglioramento delle proprie condizioni di vita. È in questo periodo che si sviluppano le idee che poi diventeranno fondanti per la sinistra attuale.

Sono idee che si sviluppano come opposizione a ingiustizie evidenti, a negazioni di quei principi di libertà e uguaglianza affermati, seppur con tutti i limiti detti prima, dalla Rivoluzione francese.

Opposizione ad una universalità affermata ma non rispettata veramente. L’analisi politica, la ricerca di strumenti per opporsi, lavora sugli aspetti economici e dimentica che l’universalità dei diritti di libertà e uguaglianza della Rivoluzione francese era basata sulla universalità della ragione, su una cosa che sarebbe caratteristica esclusiva dell’essere umano e comune a tutti.

In altre parole, la base della Rivoluzione francese, del suo straordinario successo, era prima di tutto un’idea di essere umano. La società, che poi è quella in cui noi tutti viviamo tutt’oggi, è conseguenza di quell’idea di essere umano. Io credo che il grande errore sia non aver compreso questo. È necessario prima avere un’idea di essere umano, di quale è la verità della sua realtà.

Solo in conseguenza di questo è possibile pensare ad un modello di società diverso.

È facile vedere che le forze politiche di destra hanno una visione dell’essere umano come violento e sopraffattore. Quella sarebbe la natura umana e la politica quindi deve prendere atto di questa natura e agire coerentemente.

Si potrebbe quindi ingenuamente pensare che le forze politiche di sinistra non la pensino così, che pensino ad una realtà umana che sia al fondo buona. In realtà non è così. Purtroppo, il pensiero di sinistra non ha compreso questo passaggio fondamentale e si è lasciato ingannare sul pensiero sulla natura umana. Infatti, anche a Sinistra si pensa ad una realtà umana che al fondo sarebbe cattiva e il cui unico scopo sarebbe quello di sfruttare e sopraffare gli altri.

Se questo è il pensiero sull’essere umano, l’uguaglianza sarebbe qualcosa che in realtà non esiste ma che va costruito. Qualcosa di artificiale di cui lo stato è garante.

E il motivo è debolissimo: perché sarebbe più giusto così. L’uguaglianza diventa così una cosa astratta che non avrebbe in realtà alcun fondamento. Non si capisce da cosa deriverebbe l’uguaglianza.

E questo può portare (e ha portato) alle distorsioni estreme delle giacchette grigie, per cui saremmo uguali solo quando vivremo tutti vite materialmente uguali…

Tornando al punto di partenza è allora evidente cosa sia necessario fare per costruire la sinistra. È necessario prima di tutto comprendere la realtà umana. Come essa si forma, come si sviluppa e quale sia il suo scopo. Dobbiamo iniziare comprendendo che ciò che fa l’essere umano diverso dagli animali non è la ragione. Se definiamo infatti la ragione come ciò che serve per l’utile e la sopravvivenza, tutto ciò che permette all’individuo di affermare la propria esistenza nel mondo, è banale osservare che l’essere umano ha delle caratteristiche che non sono ragione in quanto non servono per l’utile e la sopravvivenza. Bisogna quindi considerare anche questa realtà in ciò che fa l’essere degli esseri umani e non soltanto la ragione. Per far questo bisogna prima liberare il proprio pensiero da tante idee che la nostra società e la nostra cultura considera come assolute e incontestabili. Bisogna fare ricerca sulla realtà umana. Una ricerca che la politica e i politici non fanno mai. Il pensiero politico sugli esseri umani non può esaurirsi in una astratta questione morale che dice “non si ruba” o peggio appiattirsi sul pensiero cristiano-cattolico per quello che riguarda la realtà umana.

•[A·16]• ~±?
Questo giornale ha ospitato ogni settimana per 11 anni il pensiero e la ricerca di Massimo Fagioli, uno straordinario psichiatra che nella sua vita ha fatto una ricerca originalissima sulla realtà del pensiero umano e la sua origine. Nel 1965 ha scoperto una dinamica invisibile, mai vista prima, che ha scoperto essere alla base della formazione del pensiero umano: alla nascita fisica del feto si accompagna una dinamica psichica che fa una differenza totale nel bambino nato rispetto al feto che era un’istante prima. Ha scoperto come dalla realtà biologica umana, una realtà materiale, si forma una realtà non materiale, il pensiero, che prima, nel feto, non esisteva.

Non c’è nulla di soprannaturale. È la realtà della biologia umana. È la reazione della materia cerebrale umana che allo stimolo della luce reagisce con la pulsione di far sparire il mondo che è, nello stesso istante, vitalità, movimento, esistenza, tempo, capacità di immaginare…

Nel far questo Fagioli ha dovuto resistere al pensiero dominante che diceva che la realtà umana è soltanto ragione dell’individuo maschio e adulto. Ha dovuto resistere al pensiero che la natura umana è spontaneamente violenta e cattiva. Ha dovuto resistere all’idea dell’esistenza di una realtà inconoscibile dentro di noi, una realtà animale che sarebbe incontrollabile, un Mr Hyde sempre pronto a uccidere senza un perché. Ha dovuto resistere all’idea dell’anima che scenderebbe nel corpo correggendone la natura spontaneamente malvagia e corruttibile della “carne”.

•[A·19]• ~±?
La scoperta della dinamica della nascita nel 1965 ha portato alla scrittura di un primo libro nel 1971, ‹Istinto di morte e conoscenza›, e poi di altri 2 libri nel 1975, ‹La marionetta e il burattino› e ‹Teoria della nascita e castrazione umana›. E poi un quarto nel 1980, ‹Bambino donna e trasformazione dell’uomo›. Nel 1975 sono iniziati dei seminari che poi sono stati chiamati seminari di Analisi collettiva nei quali Massimo Fagioli interveniva come medico della mente in pubblico, all’Università di Roma, su sconosciuti che chiedevano la cura, senza chiedere un pagamento ossia senza un contratto prestabilito. Era iniziata una rivoluzione per cui il pensiero millenario che la mente umana è sacra, immodificabile e malvagia veniva messo in crisi non solo teoricamente nei libri ma anche nel concreto della pratica medica psichiatrica di cura. Ma veniva messo in crisi anche il pensiero politico per cui la realtà umana è nella razionalità ed è quella che farebbe l’uguaglianza. Non è così. Il fondamento dell’uguaglianza è la dinamica della nascita che è assolutamente uguale per tutti, a prescindere da qualunque caratteristica fisica e di luogo di nascita. Siamo tutti uguali perché la nascita è uguale per tutti.

L’essere umano è tale perché ha un pensiero. Quel pensiero si forma alla nascita ed è un pensiero che è prima di tutto amore per gli altri esseri umani.

Il rapporto con il mondo, il pensiero razionale, verrà molto dopo nello sviluppo del bambino. Non è quindi la caratteristica fondamentale degli esseri umani. Se lo si pensa, si rimane in realtà ottusi sulla realtà umana.

Per creare la sinistra che non è mai esistita è necessario che la politica faccia ricerca. Che studi e comprenda la realtà umana per quella che veramente è. E non per quella che chi gestisce un potere vuole che si pensi che sia.

Nel 2006 Fagioli ha iniziato a scrivere per ‹Left›. In pubblico, come nell’Analisi collettiva, Fagioli ha fatto ricerca in psichiatria in modo accessibile a tutti. E la sua ricerca psichiatrica è diventata ricerca politica qui sulle pagine di ‹Left› per 11 anni. Perché la ricerca psichiatrica è anche politica quando è ricerca della verità umana. Una ricerca ancora oggi accessibile a tutti perché raccolta in 11 volumi editi dall’Asino d’oro. Da ultimo vorrei dire ai politici di sinistra che stanno leggendo queste righe una considerazione molto semplice: non si può avere lo stesso pensiero della destra sulla natura umana!

Perché se è così è ovvio che vinceranno sempre loro nella misura in cui le politiche di destra sono coerenti con una visione dell’essere umano naturalmente violento. La grande scoperta di Fagioli è che la realtà umana è invece spontaneamente tendente ad amare l’altro. Con la teoria della nascita abbiamo per la prima volta nella storia una struttura teorica per affermare con certezza questa cosa. E cioè che l’uomo è un animale sociale non per il logos, per la ragione, ma per la sua capacità di amare. Questo è qualcosa che tutti gli artisti hanno sempre saputo e sostenuto a modo loro.

Anche se ho scoperto recentemente, grazie ad un libro appena pubblicato (‹Dimmi tutto ciò che senti›, a cura di Donatella Coccoli e Giuseppe Benedetti, L’Asino d’oro edizioni) che Gramsci sosteneva che è necessario saper amare, intendendo con questo il rapporto d’amore tra due persone, per poter fare una politica realmente di sinistra. La teoria della nascita, oltre che una straordinaria possibilità di cura della malattia mentale, è anche il fondamento di una nuova visione politica. È una costruzione teorica che permette di avere tutti gli strumenti per opporsi al pensiero dominante, che è un pensiero fondamentalmente di destra, potendo dialettizzare in maniera inoppugnabile ogni obiezione e dando sostanza a concetti e parole che altrimenti rimarrebbero sospesi e senza un oggetto. Tutti gli esseri umani sono uguali perché sono nati uguali. La libertà è l’obbligo di essere esseri umani.


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ANNOTAZIONI E SPUNTI
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COMMENTO — Fago ribadisce – è un suo cavallo di battaglia – che ciò che dovrebbe differenziare il pensiero e la pratica di sinistra da quelli della destra è la concezione dell’essere umano (antropologia); l’antropologia negativa della destra è quella tradizionale (di matrice essenzialmente cristiana, ma con radici nella filosofia greca); la sinistra dovrebbe invece fare ricerca, ma quale ricerca, se la teoria della nascita, che darebbe fondamento a libertà, uguaglianza e naturale socialità dell’essere umano, l’ha già scoperta Massimo Fagioli?
Comunque, ‹en passant›, Fago approfitta per promuovere, oltre ai 4 libri fondamentali di Fagioli, l’ultimo uscito ‹Left 2016-2017›, nonché ‹Dimmi tutto ciò che senti› (su Gramsci), tutti editi da L’Asino d’oro. Come illustrazioni, però, compaiono le copertine di ‹Left 2016-2017› e di ‹Death Instinct and Knowledge›, la 1ª edizione in inglese di ‹Istinto…›, pubblicata nel 2019.


•[A·16]• Nel testo originario: «Nel 1965 [sic!] ha scoperto una dinamica invisibile […]», se si riferisce alla “fantasia di sparizione” (che Fago non nomina esplicitamente), ci risulta, stando alle parole dello stesso Fagioli, che la scoperta sia stata formulata già nel 1964; testo non modificato.

•[A·19]• Nel testo originario: «La scoperta della dinamica della nascita nel 1965 [sic!] […]», evidentemente Fago è tanto convinto da ribadire che la scoperta risale al 1965 (vedi annotazione al cpv. A·16); testo non modificato.
IBID.• Nel testo originario: «[…] ha portato alla scrittura di un primo libro nel 1971 [sic!], ‹Istinto di morte e conoscenza› […]», veramente ci risulta, stando alle parole dello stesso Fagioli, che la prima stesura (manoscritto) del volume ebbe luogo durante il periodo di vacanze natalizie del 1970-71; nel 1971 vi furono alcuni rimaneggiamenti (tra i quali l’eliminazione di un fantomatico 6° capitolo, mai più ripristinato), e agli inizi del 1972 si pervenne alla pubblicazione; testo non modificato.
IBID.• Nel testo originario: «[…] e poi di altri 2 libri nel 1975, ‹La marionetta e il burattino› e ‹Teoria della nascita e castrazione umana› […]», veramente ‹La marionetta…› venne pubblicato alla fine del 1974 (e Fago che è l’attuale editore dovrebbe saperlo bene); ‹Teoria della nascita…› (allora col titolo ‹Psicoanalisi della nascita…›) fu invece pubblicato all’inizio del 1975, e siccome Fagioli ha sempre affermato che furono scritti contemporaneamente, la scrittura di entrambi deve risalire al 1974; testo non modificato.
IBID.• Nel testo originario: «Nel 1975 sono iniziati dei seminari […] Fagioli interveniva come medico della mente […] su sconosciuti che chiedevano la cura […]», per l’esattezza, inizialmente furono delle supervisioni; fu solo il 13 gennaio del 1976 che dal fondo della sala una ragazza disse “Ho fatto un sogno…”; testo non modificato.
NOTA: però è anche vero che in precedenza, dopo il 4 novembre, allora festivo, uno dei “supervisionati” aveva raccontato un sogno, e che questo era stato debitamente interpretato.


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